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venerdì 19 febbraio 2016

Hope, il bambino stregone salvato da una cooperante danese



Ricordatevi questo nome, HOPE, e ricordatevi anche di Anja Ringgren Loven. Questa storia non deve essere dimenticata.

Il 31 gennaio Anja Riggen Loven, cooperante danese e fondatrice della Ong African Children's Aid Education and Development Foundation, si trova nella cittadina d Uyo, nel sud della Nigeria. Anja si accorge di un bambino piccolo, circa due anni, che cammina per la strada in condizione disumane: nudo, sporco, pelle e ossa, con il pancino gonfio e quasi sul punto di morire. Cacciato di casa e evitato dalla comunità perchè accusato di essere uno stregone, il piccolo ha vagabondato per circa otto mesi solo, nutrendosi di scarti di cibo e spazzatura. 


Anja gli allunga una bottiglia d'acqua per permettergli di berne qualche sorso, e affida allo scatto di una digitale l'urlo di denuncia di quello che sta accadendo. L'immagine del piccolo che reclina la testolina con le ultime forze per bere un sorso d'acqua rimbalza sui social, commuove il mondo e apre una raccolta di donazioni che in una manciata di giorni diventano un milione di dollari. Il resto della storia è Anja che avvolge il piccolo in una coperta, lo porta in macchina esausto, gli fa il bagnetto e poi via di corsa verso l'ospedale. 

Gli da anche un nome, HOPE,
speranza in inglese.




Il piccolo è forte, è un piccolo miracolo della vita. Al momento in cui scrivo si trova in ospedale, in cura per debellare i vermi che gli stavano mangiando lo stomaco e per sottoporsi e un ciclo di trasfusioni. Poi si unirà alla piccola comunità di bimbi di cui Anja e il marito David Emmanuel Umen si prendono cura. Sta bene, fa sapere Anja sui social, e racconta di questo bimbo forte che dopo qualche giorno riesce già a mettersi seduto e ad accennare un sorriso.



Restiamo aggrappati al profilo facebook di Anja, attendendo notizie sul piccolo Hope. 

Ci resta un compito, che è quello di non dimenticare. Nell'era digitale, dei siti internet e dei social, abbiamo il potere  di fare circolare una notizia in tutto il mondo alla velocità della luce e di usare la lama del coltello per parlare, raccontare e denunciare. Possiamo   mantenere alta l'attenzione sul fenomeno perverso della stregoneria, che nell'Africa sud sahariana maltratta, tortura e condanna a morte tanti piccoli innocenti. Possiamo invitare la Chiesa, sotto la guida ispirata di Papa Francesco, a riflettere sulla pratica dell'esorcismo. Possiamo aiutare Hope e la sua piccola comunità facendo una donazione. Possiamo decidere di non dimenticare e continuare a denunciare denunciare denunciare per non lasciare mai più soli i bimbi, Anja e Hope. 



Le foto sono tratte dal profilo facebook di Anja Loven

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